martedì 22 ottobre 2013

Come veniva attrezzata la coperta del Baidarka nella navigazione d'altura





Più passa il tempo è più mi affascina leggere la storia di questo antichissimo popolo ,di come siano riusciti a concepire un’imbarcazioni dalle qualità marine così evolute,dal coraggio e dalle capacità nel navigare e sopravvivere in uno dei posti più inospitali del pianeta ,beh tutto questo mi coinvolge ed entusiasma

.
La caccia praticata dal popolo degli aleutini si differenziava in maniera sostanziale rispetto agli Inuit della Groenlandia per il tipo di caccia , per il territorio dove veniva praticata ma soprattutto per la tecnica  della stessa.
 Veniva praticata in pieno oceano lungo l’arcipelago delle aleutine  per più giorni e conseguentemente i kayaks venivano attrezzati per  tale scopo.

Gli aleutini furono degli abilissimi navigatori il loro coraggio nell’affrontare il mare in tempesta ,lo spiccato senso della direzione gli permetteva di navigare tra il vento e le fitte nebbie coprendo distanze considerevoli.
 In questa foto si può notare come veniva impostato il ponte di un baidarka atto a contenere tutti gli strumenti necessari per la caccia.






Sui ponti di coperta del baidarka il cacciatore inseriva una moltitudine di cime  arpioni e lance che venivano utilizzati a  secondo  del tipo di preda, lontre,foche ,leoni marini fino ad arrivare a balene ed uccelli (tiro al volo ).
sul ponte c’era inoltre un grosso contenitore per l’acqua potabile e  un galleggiante formato dallo stomaco del leone marino.
Il galleggiante aveva una funzione fondamentale per la sopravvivenza del cacciatore nel caso di incidente o rottura della pelle di rivestimento, quando ciò accadeva veniva inserito all’interno dl kayak per evitare l’affondamento .







Il cacciatore si gettava in acqua per alleggerire il carico dello scafo ,cercando di  riparare stando in acqua lo strappo del rivestimento inserendo dei lembi di pelle di leone marino imbevuti di grasso di balena cuciti con aghi di osso e tendini.
Inoltre non mancava mai la sassola formata da due gusci di legno per lo svuotamento




dell’imbarcazione ,una pagaia di scorta, un contenitore dove c’era per l’appunto il kit per la riparazione del kayak un coltello ami e fili per pescare merluzzi o pesci di media grandezza.
All’interno del baidarka il cacciatore inseriva della zavorra formata da pietre che distribuiva secondo le condizioni marine che doveva affrontare, una lanterna per la navigazione in notturna ed una serie di ricambi come aste e teste di arpioni, cime di tendine, grasso di balena ,chiodi di osso o legno per riparazioni strutturali .
Gli aleutini riuscivano a navigare 18 20 ore al giorno senza mai scendere dal baidarka,la costruzione del kayak ,come tutti i dettagli erano mirati alle specifiche del modo e dell’uso del proprio conduttore, molta importanza veniva data alla costruzione del cuscino di seduta del cacciatore.






 Era un intreccio di erba secca ricoperta da pelle di foca personalizzato al proprio conduttore per seduta, altezza, spessore, e confort così come gli strumenti di caccia arpioni,lance ecc.

giovedì 3 ottobre 2013

Una Greenland paddle molto particolare




Era da un po’ di tempo che nella mia testa  frullava l’idea di costruire una pagaia in legno in sandwich di carbonio .
IL modello costruito è una greenland paddle dove le dimensioni sono :
lunghezza totale cm 240  –  larghezza massima della pala cm.85 -  raggio curvatura estremità pala cm.5.5 –
Dimensione  manico  cm.3,6 X 3 – peso g. 876



Uno dei limiti della pagaia tradizionale rispetto ad una moderna , ( questo è stato spiegato ampiamente in post precedenti ) è che la pagaia tradizionale ha  una tendenza alla cavitazione maggiore, legata sia dalla  sua forma che dalla sua  lunghezza .
Cominciamo nel dire che quando la  pala della pagaia entra in acqua si porta dentro una certa quantità d’aria, tanto maggiore quanto maggiore sarà lo spessore del bordo proporzionata alla sua lunghezza.
Una  pagaia con uno  spessore di bordo di  pala maggiore   incamera più aria e conseguentemente  cavita  maggiormente perdendo efficacia .

     





Parlando della  forma invece quella a goccia  risulta essere più efficace perché scarica ed oppone meno resistenza all’acqua rispetto alla romboidale.
Queste considerazioni chiaramente sono risultati di esperienze personali avvalorate da prove dinamiche fatte nel corso da ormai nove anni.
Con Giorgio Perrotta che collabora con me, ,valutando diverse pagaie ( con uso strumentale GPS )di forme diverse  siamo arrivati alla conclusione che i migliori risultati in termini di passo ,velocità,minor impegno energetico,frequenza di passata sono stati ottenuti con pale di forma a goccia ma con i bordi pala estremamente rastremati a lama di coltello

           
    
              
Il problema è che una forma del genere porta comunque ad avere una struttura estremamente fragile bordi visto che parliamo di manufatto in legno.
Un metodo spesso usato per migliorare questo deficit è quello di accoppiare inserti di legno estremamente tenaci , o di teflon che girano tutt’intorno alla struttura perimetrale della pala.
L’idea di fare una pagaia in sandwich di carbonio è partita proprio dal fatto che mi sarei potuto spingere ed estremizzare al massimo in piena sicurezza nella sua forma.

 





    
      Un motivo seppur secondario è che ho potuto scegliere un legno, in questo caso  il cedro rosso del Canada estremamente leggero ma anche fragile ,che inserito in questa costruzione è divenuto assolutamente robusto seppur mantenendo la sua leggerezza .

   












.